Rivista Italiana online la "Care"

Imprinting di coscienza del neonato e prospettive sulla sua crescita personale:
ipotesi per un precoce ‘Child Keeping’.
Chiara Sozzi
Pedagogista clinica
bambini: facilita la formazione della loro immagine di se stessi come in grado di mentalizzare, cioè di desiderare e di avere visioni proprie di sé e della realtà. Vedere che il genitore ha di lui una rappresentazione come essere intenzionale, gli rispecchia una rappresentazione interiorizzata di se stesso: è la base per formare il Sé (Migone P.), ciò che definisco “Coscienza interna”. Nel modello di Child Keeping i genitori rappresentano a se stessi il neonato non solo come capace di imparare ad organizzare il mondo esterno in modo cognitivo, ma anche come dotato di Coscienza interiore, che già “sa e vede chi è lui, chi sono gli altri e sente cosa vuole”. Così facendo permettono al figlio di continuare ad esistere come Coscienza interna che fa parte di un mondo esterno, quindi che esiste come essere autonomo ed intenzionale per tutti coloro con cui entra in relazione. Una conseguenza immediata del rispecchiare la consapevolezza della coscienza interna, mentre il neonato incomincia a rappresentare se stesso in relazione ai genitori, è un potente empowerment del suo senso di identità, che pone i presupposti per lo sviluppo di una sua differenziazione autonoma e responsabile. Questi bambini diventano meno dipendenti dagli “occhi” dei genitori, e possono relazionarsi a loro sentendosi visti per quello che si sentono: esseri di enorme valore. Sentendosi profondamente rispettati, sono disponibili a rispettare. Ne nasce una relazione più collaborativa ed armonica, certamente meno conflittuale.

INDICAZIONI METODOLOGICHE PER GLI OPERATORI DELLA NASCITA

Sarebbe prezioso se gli operatori della nascita e dei corsi di accompagnamento al parto potessero imparare questi comportamenti, così da saperli modellare con i genitori :
  • sintonizzarsi con il feto ed il neonato nell’ immersione in onde lente , anche mentre stanno operando su di lui
  • la transizione tra onde beta e onde teta, nello spostarsi dalla mera operatività, alla relazione profonda emozionale col neonato
  • riconoscere e far spazio ai segnali comunicativi della coscienza interna del feto e del neonato , quando comunicano ciò che osservano di loro.
In questo modo diverrebbero facilitatori di una diversa percezione della consapevolezza presente nel bambino, e farebbero spazio nella loro mente alla sua Coscienza interiore, oltre che alla propria. Supporterebbero i genitori nel formarsi un’immagine del figlio come essere cosciente, secondo una modalità diversa dall’attenzione vigile, insegnando loro come sintonizzarsi sull’attenzione focalizzata nel contatto “da dentro”, propria del neonato. Darebbero informazioni anche sulle sue diverse forme di percezione della “realtà” e sul bisogno di rispettarlo, sintonizzandosi sulle sue frequenze elettriche cerebrali dominanti, oltre ad avere attenzione per la crescita fisica ed intellettiva del bambino. Da questi nuovi atteggiamenti scaturirebbe gradualmente un nuovo imprinting di coscienza dei neonati, che permetterebbe loro di crescere con una coscienza integrata ed un senso di pienezza interiore. La società soffrirebbe sempre meno di deficit spirituali e di relazioni conflittuali.
Rivista Italiana online "La Care" Vol 2 No 1 anno 2014
Chiara Sozzi - pagina 15 >>
biblio
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