Rivista Italiana online la "Care"

La relazione in musica dal periodo fetale: l’importanza del progetto “La voce incanto”.
Lucia Mazzone
pedagogista musicale

Introduzione

In tutti questi anni sempre più studiosi si sono soffermati sui benefici che la musica ha sull’uomo; benefici percettibili già dal feto durante la vita intra- uterina.
Nei nove mesi della gestazione, il feto costruisce la propria capacità di attenzione a partire dall’ascolto della voce materna e dagli stimoli uditivi che riceve filtrati dentro il corpo della madre. Il futuro sviluppo del nascituro è quindi legato a quel periodo della gravidanza che può essere sereno, o al contrario difficile. Per questo si ritiene che il tempo della gestazione sia di fondamentale importanza nella formazione psichica dell’uomo.
Pertanto, l’importanza dell’ascolto di musica classica è stata largamente riconosciuta e promossa nei corsi pre-parto ed è sempre più diffusa per le mamme in dolce attesa. Promuovere l’educazione all’ascolto favorisce a sua volta lo sviluppo alla concentrazione della memoria, alle condizioni psicologiche, alla consapevolezza e alla comunicazione.
La nostra società si preoccupa troppo dell’aspetto razionale e logico-matematico della mente, privilegiando il pensiero lineare dell’emisfero sinistro; tali abilità sono certamente importanti, ma non possono essere così basilari come la capacità di ascoltare e quindi di comprendere.
Maggiore attenzione è stata data anche all’ascolto della voce materna sia per gli effetti positivi che sono riscontrabili sulla mamma,sia per gli effetti positivi riscontrabili sul feto stesso. La voce costituisce uno dei centri vitali del sistema di comunicazione dell’uomo, la voce in canto è la forma di comunicazione più completa che riesce ad evidenziare non solo gli aspetti comunicativi ma soprattutto quelli emotivi e relazionali.
Cantare in gravidanza, infatti, procura un benessere che giova sia alla futura mamma sia al bambino. Il rilassamento che deriva dalla musica di ascolto o dal canto contribuisce ad allentare le tensioni, a regolarizzare il battito del cuore e la pressione del sangue. Il canto è una forma di auto-analgesia :cantare libera le endorfine, che svolgono un effetto calmante nell’organismo assopendo il dolore e hanno una funzione di antistress, contrastano la stanchezza e il malumore aiutando a vivere più serenamente la gravidanza. Il canto è anche un formidabile mezzo per aiutare la donna in gravidanza a collegarsi con la sua parte più istintiva, più profonda, andando così incontro alle doglie senza opporvisi. In questo modo la potenza dell’energia del parto viene assecondata e non contrastata, riducendo i tempi del travaglio stesso.
Infine il canto aumenta la capacità respiratoria liberando il muscolo del diaframma da tensioni e contrazioni. E’ da tenere conto che, tutto ciò che la mamma fa in gravidanza non va solo a suo beneficio ma viene impresso nella memoria del futuro nascituro che apprende già mentre è nel grembo materno. La voce in canto può essere quindi considerata uno strumento utile per favorire il passaggio dal periodo fetale a quello neo-natale.

L’influenza della musica nella vita intra-uterina

Recenti studi scientifici hanno dimostrato che a partire dal 3° mese di gestazione il feto è in grado di riconoscere la voce della mamma. Il piccolo memorizza ciò che ascolta e, una volta nato, ricorda le esperienze sonore prenatali vissute venendone gratificato ogni volta che ha la possibilità di riascoltarle. I suoni percepiti dal feto nell’utero possono influenzare lo sviluppo del cervello e di conseguenza lo sviluppo delle capacità linguistiche dopo la nascita. Un ulteriore studio ha rilevato che i bambini tra i due e cinque anni, esposti nella vita prenatale a una certa stimolazione musicale, sono in grado di fare discorsi più organizzati e articolati, sanno memorizzare canzoni lunghe e cantano in modo espressivo. Molti studi hanno rinforzato l’ipotesi che attraverso la musica sia possibile stimolare altri domini cognitivi stimolando la ricerca ad indagare quali funzioni mentali siano principalmente influenzate. Recentemente è stato condotto uno studio sugli effetti dell’ascolto prenatale e neonatale di canti e musiche sia su alcuni comportamenti di bambini che sulla interazione vocale con la madre ed è emerso la preferenza da parte dei neonati per la voce materna rispetto a musica d’ascolto.

Rivista Italiana online "La Care" Vol 2 No 1 anno 2014
Lucia Mazzone - pagina 16 >>
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