Rivista Italiana online la "Care"

La relazione in musica dal periodo fetale: l’importanza del progetto “La voce incanto”.
Lucia Mazzone
pedagogista musicale
Per tanto, il progetto “La voce in canto”, inserito nei corsi pre-parto, da la possibilità al singolo genitore di vivere esperienze emotivamente coinvolgenti che gli permettono di sintonizzarsi con la parte più profonda di sé e soprattutto, di aprirsi alla relazione con il partner. Attraverso l’ausilio di musiche d’ascolto, pattern melodici, strumenti trasformati in mezzi di contatto, la coppia genitoriale si ascolta e si racconta in un percorso musicale che appaga i genitori e soprattutto arricchisce il feto. L’esperienza musicale nasce e continua dopo la nascita del piccolo che, avvolto nelle braccia della mamma e del papà, entra a scansione settimanale in un ambiente sonoro che lo coinvolge in toto. Una lezione di circa 45 minuti , un ambiente accogliente e stimolante, soffici cuscini dove le mamme in dolce attesa possono poggiarsi o dove accogliere i piccoli ancora in fasce, assenza di linguaggio verbale dove la musica fa da padrona divenendo unico mezzo di comunicazione. Uno spazio sonoro in cui i genitori si lasciano alle spalle le fatiche e le preoccupazioni che la vita quotidiana offre e si concentrano sull’importanza della relazione con il bambino che ne coglie profondamente i significati emozionali, immediati ed affettivi. La capacità di comprendere la musica è molto importante nei bambini perché l’ascolto e la produzione musicale diretta sono esperienze quotidiane: sviluppando questa attitudine, il bambino imparerà ad apprezzare, ascoltare e a prendere parte alla produzione di quella che riterrà essere buona musica, con una consapevolezza che renderà la sua vita più ricca di significato. Egli utilizzerà il suo vocabolario per cercare di esprimere l’espressione di sé, delle sue emozioni, bisogni, sentimenti, esigenze, opinioni non sempre riuscendoci.
Il progetto “la voce incanto” favorisce quindi proposte ricche ritmicamente, con accompagnamenti armonici affinché il bambino ascolti e comprenda non solo la “superficie” della musica ma soprattutto la sintassi vera e propria. Melodie che,senza parole inizialmente, facciano concentrare il suo impegno e la sua attenzione solo sul contenuto musicale e non su quello verbale certamente più familiare. Tutto questo vivacizza e rende più interessante anche la presenza dei genitori, che vivono maggiore possibilità di mettere in gioco le loro competenze, sviluppare e praticare una maggiore creatività. Concludendo, il progetto la voce in canto favorisce, attraverso la musica, la comunicazione e l’integrazione fra la coppia genitoriale e il bambino, l’aggregazione fra le diverse famiglie coinvolte nel progetto valorizzando le identità e le differenze. Ogni famiglia possiede un linguaggio musicale proprio e specifico che riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze, caratteristiche ambientali. Allo stesso modo, l’utilizzo dell’elemento musicale come mezzo per esprimere sensazioni ed emozioni, consentirà al bambino di appropriarsi di uno strumento non verbale nella comunicazione con l’altro e con il mondo circostante: il potenziamento delle abilità comunicative, immaginative e creative rappresenta dunque uno dei punti forti di una buona educazione al musicale. Nonostante l’attitudine per il suono sia una predisposizione propria dell’essere umano, il fatto di saper memorizzare melodie anche complesse, con o senza parole, e di saperle ripetere a distanza di tempo è il risultato di un ottimo esercizio della memoria e delle capacità di attenzione e concentrazione. L’elemento musicale, costituito da strutture e forme che si sviluppano nel tempo consente, inoltre, al bambino di sviluppare anche una consapevolezza dell’elemento temporale. L’abitudine a prestare attenzione al paesaggio sonoro o a brani musicali, favorisce non solo lo sviluppo della capacità stessa di ascolto, ma anche quella di discriminazione e di memorizzazione sonora, oltre che la capacità di prestare attenzione al silenzio.

Il progetto “la voce incanto” riconosce quindi, rispetta e, soprattutto, educa al riconoscimento della ricchezza e della particolarità di ogni individuo. Guida i piccoli nella varietà e nella molteplicità della diversità per provare lo stupore, favorire l’incontro , il cambiamento e riporta i grandi in un tempo non del tutto dimenticato e dove è sempre piacevole ritornare.
Rivista Italiana online "La Care" Vol 2 No 1 anno 2014
Lucia Mazzone - pagina 20 >>
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