Rivista Italiana online la "Care"

Imprinting di coscienza del neonato e prospettive sulla sua crescita personale:
ipotesi per un precoce ‘Child Keeping’.
Chiara Sozzi
Pedagogista clinica
allinearsi a stati diversi di coscienza, alcuni dei quali possono – al pari della coscienza vigile – essere dotati di consapevolezza e di memoria (possono essere richiamati dalla coscienza cognitiva).
La direzione nella quale è ora necessario si inoltri la ricerca è lo studio degli stati integrati di coscienza, sperimentati da soggetti adulti sani. Queste integrazioni emergono anche con sprazzi spontanei nei bambini (Sozzi, 2011, p.5), e sono, forse, la condizione di partenza del neonato. Se così è, si vanno poi perdendo a causa della stimolazione unilaterale orientata alla Coscienza esterna, attraverso l’imprinting dell’ ambiente sociale.
E’ necessario riconoscere le condizioni alle quali già si verificano le tre componenti di attivazione, gating input output e modulazione, calibrate in modo da integrare le due modalità veglia / consapevolezza lucida (comprensione cognitiva che si produce in modo diretto, immediato, senza sequenza lineare, in uno stato non identificabile con la veglia vigile). Sono stati di coscienza in cui si hanno comprensioni unitarie - proprie del sogno lucido e dell’immersione meditativa profonda - mentre si è presenti in modo organizzato anche all’ambiente esterno (input sensoriale e spazio temporale).
Questa modalità funzionale è già stata sperimentata e documentata in contesti particolari, ma si presenta anche in contesti di comune esperienza quotidiana. Per quanto posso intuire dallo studio della mia esperienza personale e di casi di adulti seguiti per anni in percorsi formativi, questa capacità è frutto di integrazioni di funzionalità cerebrali, che si “addestrano” ad agire in sinergia. Penserei - è da accertare – che la corteccia impari ad aver meno bisogno di inibire le aree ricche di neuroni specchio, e le aree sensoriali e motorie si “adattano” alla modulazione chimica ed elettrica ad alta energia, per cui non devono essere totalmente disattivate in loro presenza. A seguire cito tre riferimenti, tra gli innumerevoli che potrei presentare. Primo riferimento - D. Chamberlain riferisce come nel corso di sedute terapeutiche, abbia indotto con l’ipnosi comunicazioni in stato di immersione profonda (nella coscienza interna). Nel corso di una di esse una donna – sintonizzandosi con la coscienza di se stessa come neonata che sta uscendo dall’utero – comunica che in quel momento le persone attorno a lei non capiscono quello che lei “sa e vuole comunicare” (Chamberlain, 1998, p.196). Secondo riferimento - ‘La stragrande maggioranza delle persone perde la propria consapevolezza entro i primi minuti in cui entra nello stato di sonno. Gli studi sperimentali dimostrano che è possibile mantenere la consapevolezza all’erta ed intatta, sia durante la veglia,
che durante lo stato di sogno, e anche durante lo stato di sonno senza sogni. Praticando le tecniche yoga, si entra in un quarto stato unitario di coscienza […]. In quest’ultimo caso vengono sperimentate simultaneamente le percezioni delle dimensioni fisico sensoriali, delle dimensioni psichiche e le percezioni sintetico-intuitive e causali. […] avviene un cambiamento evolutivo fondamentale nella struttura del sistema nervoso centrale e nel suo funzionamento.’ (Karawatt, 2002, pp. 91- 92). Matteo Karawatt, studioso di Psicologia analitica e in particolare di K.G. Jung, si riferisce ad un esperimento condotto per la Menninger Foundation ( Kansas, Stati Uniti, 1977) in cui uno yogi è stato in grado di produrre intenzionalmente – via, via, su richiesta - onde ad alta energia teta, delta e gamma, registrate tramite EEG. Era stato osservato completamente immobile, immerso dentro di sé ad occhi chiusi come in un sonno profondo. In realtà era rimasto costantemente presente all’ambiente. Tornato alla funzionalità beta - riattivate le aree della corteccia proprie dell’interazione con l’esterno – era stato in grado di spiegare tutto quello che era stato fatto e detto intorno a lui , durante la sua auto immersione (Karawatt, p. 92). Terzo riferimento – Una mia esperienza personale del 1992: immersa in onde ad alta energia – in uno stato di coscienza indotto da una cerimonia con l’Ayahauasca dell’Amazzonia (estratto vegetale contenente dimetiltriptamina, prodotto con liana del genere Banisteriopsis) – sono rimasta per parecchi minuti seduta immobile ad occhi chiusi, perfettamente presente a me stessa , immersa in un intenso processo di scoperta interiore. Ma allo stesso tempo ero completamente cosciente di ciò che accadeva attorno a me, e non solo dei canti cerimoniali e dei movimenti che avvenivano, ma anche di quello che sperimentavano interiormente le persone che avevo accanto. Ne ho avuta la prova chiedendo loro in seguito cosa avessero provato in quella sezione della cerimonia. Durante l’immersione “sapevo” che non dovevo ricevere stimolazioni fisiche, e nemmeno cercare io stessa di muovermi: era pericoloso. In seguito ho scoperto che era corretto: se si fossero attivate, le mie aree della corteccia motoria sarebbero probabilmente entrate in corto circuito: una crisi epilettica. Dopo quella ed altre esperienze simili la mia capacità di percepire nuove parti della mia coscienza e di quella delle altre persone è andata negli anni aumentando, non solo nel sogno, ma anche nello stato di vigilanza e nella piena padronanza motoria: mi è sufficiente allinearmi su onde lente per poterlo fare. E’ una capacità acquisita ormai da molte persone, per altre da sempre spontanea. La possibilità di essere vigili mentre il cervello è in modalità di onde ad alta
Rivista Italiana online "La Care" Vol 2 No 1 anno 2014
Chiara Sozzi - pagina 12 >>
biblio
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